Trieste
- Via del Lazzaretto Vecchio - Via Gianni e Demetrio Economo - Via Armando Diaz |
VIA DEL LAZZARETTO VECCHIO: Da piazza Venezia a via Economo. Toponimo ottocentesco, originariamente indicante l'intera strada che conduceva al lazzaretto di San Carlo, detto «vecchio» dopo la costruzione di quello «nuovo» presso Roiano (1769), e che oggi è apposto al solo tratto compreso tra piazza Venezia e via Giovanni e Demetrio Economo. Con Del. Pod. d.d. 28.6.1940 il nome «via del Lazzaretto Vecchio» venne mutato in quello di «via Corsica»; l'originaria denominazione venne ripristinata con Dei. Presid. d.d. 6. 7. 1946 n. 407. Lungo via del Lazzaretto Vecchio, una delle principali strade del cosiddetto «borgo giuseppino» e ricordata anche dal poeta triestino U. Saba nella poesia Tre vie (una piccola lapide con incisi quei versi è stata posta al principio della strada), sorgono interessanti edifici neoclassici, oggi attentamente studiati; vanno segnalate brevemente le case ai nn. civ. 2-4 (1832, arch. D. Corti), n. 5 (1834, arch. G.B. de Puppi, con modifiche nella decorazione esterna dell'arch. C. Coretti, 1868), n. civ. 7 (1835, arch. G.B. de Puppi, ristr. 1980), n. civ. 9 e n. civ. 11 (case Sartorio, rispettivamente del 1837, arch. G. Degasperi e del 1838, arch. N. Pertsch, con modifiche nella decorazione esterna del 1868, arch. G. Berlam e ristrutturazioni del 1963 e del 1987), n. civ. 8 (1838, arch. D. Corti, ristr. 1885- 1886, arch. D. Righetti), n. civ. 10 (1840, arch. D. Corti, ristr. 1952), n. civ. 12 (1841, arch. G.B. de Puppi), n. 18 (casa Dubbane, 1827, arch. B. Zucca, ristr. 1873 arch. A. Rietti), n. civ. 22 (1837, arch. G. Righetti, modifiche nelle decorazioni 1868 arch. G. Sforzi e 1869 arch. F. Tureck) e n. civ. 24, edificio che accolse dal 1848 al 1874 la famiglia reale dei Borbone di Spagna (ramo carlista) esule a Trieste (1836, arch. G. Degasperi). (Fonte: Antonio Trampus - Vie e Piazze di Trieste Moderna, 1989) |
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Via del Lazzaretto Vecchio 2 Casa Corti del 1832 dell'Arch. Domenico Corti |
Via
del Lazzaretto Vecchio 5 - (1834, arch. G.B. de Puppi, con modifiche nella decorazione esterna dell'arch. C. Coretti, 1868) |
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Via del Lazzaretto Vecchio 9 e 11 |
Via del Lazzaretto Vecchio 6 |
Sopra a sinistra: Casa Sartorio - (G.Degasperi 1837 - G.Berlam 1868). Queste sono le famose case Sartorio al numero 9-11 di Lazzaretto Vecchio, in verità al pianoterra c’erano i magazzini Sartorio. La loro fortuna si basava soprattutto per l’importazione di ingenti quantità di grano dalla Russia (Odessa) che ha permesso loro di arricchirsi in modo smisurato. Queste non erano la loro casa d’abitazione, ma praticamente il loro granaio (oggi "Stadion"), mentre ai piani superiori c’erano delle abitazioni in affitto. Di fronte, avevano ottenuto dalle autorità di allora e costruito da Pietro Sartorio, nel 1847, sui fondi di proprietà della famiglia, il “Molo Sartorio”, che serviva loro proprio per sbarcare le merci per il loro magazzini. (Fonte Dino Cafagna) |
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Via
del Lazzaretto Vecchio 13 |
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Via del Lazzaretto Vecchio 12 - (1841, arch. G.B. de Puppi) |
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Via
del Lazzaretto Vecchio 22 - (1837, arch. G. Righetti, modifiche nelle decorazioni 1868 arch. G. Sforzi e 1869 arch. F. Tureck) |
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Via del Lazzaretto Vecchio 15 |
Via Gianni e Demetrio Economo |
Androna Consortiva di proprietà privata della ditta Cohen-Finzi e Filippo Griot. Nel 1871 i fratelli Demetrio e Giovanni Economo avevano un grandioso molino a vapore. L'ingresso principale si trova in Androna Consortiva. Infatti, nel 1872, a Trieste fu costruito dai fratelli Demetrio e Giovanni Economo un modernissimo mulino a vapore, uno, per quei tempi, tra i migliori del settore. Infatti, con 25 macine che impegnavano 96 lavoratori nell'arco delle ventiquattrore lavorative, in ventiquattro ore si poteva macinare mille quintali di grano, molto più di quanto potessero fare tutti i mulini ad acqua dell'Istria settentrionale messi assieme. Fu un duro colpo per i piccoli proprietari dei mulini a energia idraulica, che alla fine dovettero rassegnarsi di fronte al progresso della tecnica. Proprio perché con la loro attività ed intraprendenza avevano dato lavoro a molti operai, la via dove essi lavoravano, che partiva dalla Salita al Promontorio, fu a loro intitolata Via Economo. (Fonte: Dino Cafagna) |
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Edificio tra Via Gianni e Demetrio Economo e Riva Grumola |
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Palazzo tra Via Gianni e Demetrio
Economo e Salita al Promontorio |
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Via DIAZ ARMANDO, San Vito-Città Vecchia. Da via dell’Orologio a piazza Venezia. C.A.P. dal n. 1 al n. 8: 34121; dal n. 9 al n. 21: 34124; dal n. 22 a fine: 34123. Già via della Sanità, reca dal 7.4.1928 (Del. Pod. n. 17/20-V-31/16-28) il nome di Armando Diaz, nato a Napoli nel 1861; partecipò alla guerra di Libia e, rientrato in Italia, divenne segretario del capo di Stato maggiore dell’esercito. Nel 1915 fu capo del reparto operazioni al comando supremo e poi, con il grado di tenente generale, divenne comandante di una divisione operante sul Carso; nel 1917 fu al comando del XXIII corpo d’armata e quello stesso anno, dopo la disfatta di Caporetto, sostituì Luigi Cadorna nella carica di Capo di Stato maggiore. Dopo il primo conflitto mondiale aderì al fascismo, fu Ministro della guerra fino al 1924 e venne nominato Maresciallo d’Italia. Morì a Roma nel 1928. (Fonte: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1987) |
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Via Armando Diaz 12 |
Via Armando Diaz 13 |
Sopra e a destra:
Via Armando Diaz 18
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Via
Armando Diaz angolo Via dell'Annunziata |
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Via Armando Diaz 6 |
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Sopra a destra: Via Armando Diaz 15 - Casa del 1823 -
Progetto dell'Arch. Matteo Pertsh |
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Sulla facciata dell’edificio al n. civ. 15, nel 1959 venne posta la lapide con iscrizione: «ADDI XXX OTTOBRE MCMXVIII / I CITTADINI ANIMOSAMENTE INSORTI/ QUI CONVENNERO ACCLAMANDO/ ALFONSO VALERIO/ ULTIMO PODESTÀ E PRIMO SINDACO/ DI TRIESTE ITALIANA/ 30.X.1959/ LA LEGA NAZIONALE/ » |
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Sopra: Via Armando Diaz 2 Casa Deseppi, costruita nel 1879-1880 dall’ing. Giovanni Righetti al posto di un «corpo di guardia di soldati di polizia». Durante i lavori di scavo delle fondamenta si rinvennero strutture murarie che furono ritenute appartenenti al cosiddetto castello «Amarina» (XIV sec.); nell’atrio dell’edificio, che ospita attualmente uffici dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica, venne posta una lapide con tre grafici e l’iscrizione: «NELL ‘ANNO 1879/ RICOSTRUENDO QUESTA CASA/ SI RIVIDDERO I RESTI DI ANTICO CASTELLO/ DISPOSTO SULLA FRONTE A.B./ SU FONDAMENTA ARCATA C.D.E.F./ SECONDO I PROFILI GH.IK./». Venne posta sulla facciata dell’edificio al n. civ. 15, nel 1959, la lapide con iscrizione: «ADDI XXX OTTOBRE MCMXVIII / I CITTADINI ANIMOSAMENTE INSORTI/ QUI CONVENNERO ACCLAMANDO/ ALFONSO VALERIO/ ULTIMO PODESTÀ E PRIMO SINDACO/ DI TRIESTE ITALIANA/ 30.X.1959/ LA LEGA NAZIONALE/ » ( A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna. Trieste, 1987) |
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